Pesca alla trota nei torrenti Casentinesi
Nei fossi e nei torrenti di montagna Casentinesi si usa da sempre la tecnica della pesca a tocco. ; per eseguire questo tipo di pesca si adoperavono canne di banbou, oggi si possono utilizzare moderne attrezzature al carbonio, leggere e molto più lunghe.
L’importante è che l’approccio alla pozza o alla correntina avvenga in modo da non spaventare le prede.
La tecnica Casentinese prevede di adoperare lenza del 20, lunga circa tre metri, agganciata al vettino rigido della canna con uno spezzone di filo verde per vedere meglio la posizione della lenza, un amo grosso da 3,4 ed un unico piombo a 10 cm. dall’amo.
Si avvolge sul vettino della canna tutta la lenza che non serve e con abilità si ricala nelle pozze e negli anfratti e al bisogno per far toccare il fondo all’esca
Procedendo in questo modo ,si superano tutti gli ostacoli che si frappongono nell’alveo del fiume.
Le esche più comunemente adoperate sono : i lombrichi di terra di medie dimensione , i bachi muratori che si trovano sotto i sassi del fiume da primavera in poi e le camole
La Regina dei nostri fossi è la trota Fario.
bellissima esemplare dal corpo slanciato con la livrea punteggiata di nero e rosso,testa ampia e bocca robusta.
Si nutre di pesciolini,insetti,larve,molluschi uova ecc.
É sedentaria ,ogni animale ha i suoi posti nella pozza dietro sassi o radici; solamente nel periodo di riproduzione possono risalire la corrente .
La livrea della fario può essere leggermente diversa a seconda della localizzazione del fiume .
La” Fario nera” è caratteristica dei fossi discendenti dal Pratomagno e dal Falterona ,
La “Fario Pallida” piu chira , quasi biancastra, con una fine punteggiatura di un tenue arancione ���������������� tipica dei torrenti della zona della Verna poco ombreggiati e discendenti tra terra e sassi calcarei.